La nostra attività

La nostra attività
operiamo su Messina e Provincia

giovedì 25 novembre 2010

Five a Day – i cinque colori della vita






Le aspettative di vita sono cambiate negli ultimi anni raggiungendo il traguardo dei 76,8 anni per l'uomo e 82,5 per la donna. Dalla tabella si può osservare quanto sia aumentata l'aspettativa di vita nell'intervallo di due anni (2005-2007), ma i valori sono ottenuti in base ad una media matematica e influenzate in negativo dalla mortalità neonatale, cosa che avviene ormai di rado.




Continua a leggere l'articolo su


rif. TITOLO IMMAGINE

clicca QUI per il collegamento diretto



sabato 20 novembre 2010

Stile Mediterraneo – Filetto di branzino al coriandolo in crosta di patate



 

Ultimo piatto presentato in tesi di laurea nel capitolo destinato agli aspetti gastronomici della Dieta Mediterranea. Un secondo di pesce insaporito da una spezia poco conosciuta ai palati ma di provenienza mediterranea.
Il pesce utilizzato per questa preparazione è un branzino o spigola. Abita i mari del Mediterraneo. È apprezzato per le proprie carni pregiate e saporite.
In base alla provenienza, se d'allevamento o selvaggio, può essere di media grassezza o magro. Il pesce proveniente dagli allevamenti ha un contenuto lipidico di 6,5/100 g di parte edibile con un rapporto acidi grassi polinsaturi/saturi superiore dei primi (saturi totali: 1,44 g; monoinsaturi: 2,13; polinsaturi totali: 2,53), quello allo stato selvaggio è invece molto più magro, 1,5/100 g di parte edibile, il rapporto di acidi grassi è praticamente uguale (saturi totali: 0,35; monoinsaturi totali: 0,30; polinsaturi totali; 0,40). I dati sono  tratti dalle tabelle di composizione degli alimenti dell'INRAN.
Tornando alla più piacevole descrizione del piatto, il pesce, come già detto, è insaporito con il frutto di una pianta della stessa specie del cumino, aneto, finocchio e prezzemolo, usato come spezia, il coriandolo. È una pianta tipica della cucina indiana adoperata per insaporire ogni tipo di piatto; le foglie al posto del prezzemolo, mentre i frutti sono un elemento principale per la preparazione del curry e del garam masala. Il suo gusto è molto simile al limone con la particolarità di non alterare i sapori degli alimenti che accompagna. La sua presenza dona una spiccata sensazione fruttata.
Per dare consistenza ho avvolto il filetto di branzino in uno strato sottile di patate conferendo ulteriore tendenza dolce a tutta la preparazione. Ho voluto inoltre aggiungere un sapore amaro e contrastante al palato con una modica quantità di rucola frullata. Il piatto è condito con olio evo e insaporito con sale.
Cosa ci si può aspettare da un piatto così semplice, che qualcuno potrebbe erroneamente considerare povero? Ricchezza di nutrienti, di sostanze benefiche, di energia nella giusta quantità, di macro e oligoelementi, di vitamine, con la particolarità di un gusto semplice ed elegante.
Il vino scelto per l'abbinamento è un bianco commerciale, Damarino di Donnafugata. La delicatezza del piatto è supportata dalle caratteristiche di questo vino per nulla aggressivo. La giusta persistenza al palato arricchisce ammirevolmente la speziatura data dal coriandolo, non contrastandolo ma aumentando, con sentori floreali e fruttati, il sapore di limone amaro dello stesso. Scegliendo questa etichetta ho voluto dimostrare come vini non blasonati e abbastanza comuni possano riservare, in occasioni specifiche, delle ottime sorprese al palato.

mercoledì 17 novembre 2010

La Dieta Mediterranea è Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità


Nel linguaggio comune è abitudine indicare il regime alimentare con il quale ci si nutre con il termine Dieta, e noi continueremo ad utilizzare tale termine per indicare ciò che entra con grande merito tra le liste dell'Unesco (Organizzazione delle Nazioni Unite per l'Educazione, la Scienza e la Cultura). Il patrimonio culturale immateriale dell'umanità, già ricco di 166 elementi (in Italia è il terzo dopo "l'opera dei pupi" siciliana e "il canto a tenore" sardo), inserisce nelle proprie liste il "nostro" regime alimentare, non solo come mezzo alimentare, nutrizionale e salutistico, ma sotto la più ampia visione storica dello "stile di vita"(Dìaita: modo di vivere).....





Continua a leggere l'articolo su


rif. TITOLO IMMAGINE

Clicca - QUI - per il collegamento diretto


martedì 16 novembre 2010

Stile Mediterraneo – Minestra asciutta di mare e di terra.


Pomodoro fresco;
Aglio;
Cipolla;
Peperoncino;
Tonno;
Olive nere;
Fiori di zucca in quantità;
Pesto di basilico con pistacchi e pinoli leggermente tostati;
Olio d'oliva extravergine.

 


Questi gli ingredienti usati per confezionare il piatto. Li troviamo sui banchi dei mercati di ogni città. Un primo piatto che raggruppa una serie di alimenti dai colori meravigliosi e che presentano i mezzi per un'efficace prevenzione salutistica. Belli, buoni ed efficaci.

 
Al palato si presenta corposo, morbido e fresco. Ricchezza di sensazioni ben dosate che ne sviluppano una singola e avvolgente.

 
Questa preparazione l'ho voluta confezionare come "primo piatto" presentato in tesi, a dimostrazione che il regime alimentare di tipo mediterraneo sia tra i migliori al mondo in fatto di ricchezza. Asserisco il contrario di quanto si possa credere sulla povertà di tale "dieta" con i fatti. Ricchezza di sapori, di colori, di profumi, di phytochemical, di nutrienti, di energia. Potremmo considerarlo un piatto unico, arricchito dalla freschezza dei fiori di zucca e accompagnato dal pesto con l'insieme degli elementi ben armonizzati.

 
Preservo le peculiari caratteristiche degli ingredienti con una cotture veloce. Non ho fatto altro che prendere ciò che Dio ci ha donato attraverso la natura e monto in un'unica preparazione.

 
La scelta del vino ricade su un rosso blasonato della mia regione, il Cerasuolo di Vittoria, con uvaggio di Nero d'Avola e Frappato. Un vino equilibrato, caldo, abbastanza morbido, mediamente fresco, mediamente tannico, sapido, che, con la sua eleganza, accompagna il gusto ricco del piatto. Il criterio della contrapposizione delle singole sensazioni è ben equilibrato dalle stesse valutate nel loro insieme e concordanti tra loro.

lunedì 15 novembre 2010

Stile Mediterraneo - "Compendio"


È uno dei piatti che ho voluto confezionare per la mia tesi di laurea, il cui titolo è "Dieta Mediterranea: aspetti salutistici e gastronomici", e non potevo che mantenermi sullo stile mediterraneo. Il nome premette il risultato sia nutrizionale, sia organolettico. È una sintesi di quanto potremmo trovare in un pasto completo, naturalmente in piccolissime quantità. L'idea mi è venuta dalla moda dei "finger food" che presenta una serie di frivolezze da prendere appunto con le mani. Il contenuto del piatto presenta una serie di confetture salate di ortaggi (cipolla rossa e bianca, pomodoro, olive nere), un paté di melanzana all'origano, un formaggio caprino a pasta morbida. L'innovazione è nell'uso dell'addensante o meglio del gelificante. Ho usato l'agar-agar per uso alimentare al posto delle più comuni pectine, ottenendo così una più duratura resistenza della confettura stessa e il mantenimento del sapore originale degli ortaggi. L'agar è un polisaccaride (poligalattoside) che si estrae da un vasto numero di alghe rosse. Presenta per la maggior parte mucillagini e carragenina, sostanze responsabili della proprietà gelificante. Non altera i sapori, ha bisogno di una limitata cottura e un tempo leggermente superiore di raffreddamento.

I vari gusti li ho voluti combinare tra loro sottoforma di piccoli pasticcini, il cui contenitore è rappresentato da una sorta di "pan di spagna" leggermente salato e fatto asciugare in forno a temperature basse (100°C circa) per come si fa con le meringhe. Il risultato è una sorta di crostino leggermente croccante e spugnoso. Ho utilizzato una piccola dose di lievito vanigliato per ottenere la consistenza desiderata e coprire il gusto di uovo. Dopo numerose prove sono riuscito nel mio intento, direi in modo apprezzabile. 

Ho voluto onorare anche la carne tradizionalmente presente sulle tavole di tutti i tempi, quella di maiale, con un brasato al vino bianco e bacche di ginepro accompagnata da una crema di carote. Il contenitore è di pasta "fillo", una sorta di sfoglia di origine greca-turca che si confeziona con sola farina "00", acqua, olio d'oliva e sale. La preparazione della pasta fillo è stata semplice e il risultato eccellente. Dopo l'ottenimento dei sottilissimi strati di pasta, che devono essere semi trasparenti e consiglio di spennellare immediatamente con olio d'oliva per evitare che asciugandosi all'aria si spezzino, ho sovrapposto sei fogli quadrati e li ho messi in una tazzina da caffè di ceramica per dare la forma. Ho infornato alla temperatura di 160-170° fino alla doratura dei bordi avvenuta in pochi minuti (circa sette). Il risultato è stato eccellente con una consistenza croccante, leggera, bella e funzionale.

Colori, profumi, sapori, e consistenze, oltre alle proprietà nutrizionali di questo piatto, sono assolutamente mediterranei. Uova, farina, olio di oliva extravergine, ortaggi, formaggio di capra, erbe aromatiche, poco sale e un po' di fantasia sono stati gli ingredienti necessari per gratificare i nostri sensi.

La scelta del vino in abbinamento è ricaduta su un "rosato" siciliano, ottenuto con uvaggio Nerello Mascalese e Perricone. Buona dose di acidità, fruttato e floreale, titolo alcolometrico 12,5%, equilibrato ed elegante, non copre i sapori e accompagna perfettamente il piatto.

venerdì 12 novembre 2010

Spaghettini al coniglio selvatico


Il periodo di caccia inizia e arriva in cucina la cacciagione. Per chi ha la passione e ancor più opera da professionista nel settore è un buon momento. Poter trasformare una carcassa di un animale in qualcosa di favorevole al palato è un'ambizione riservata per tali pochissimi momenti. Per l'occasione mi sono trasformato in un chirurgo nell'estrarre i minuscoli pallini di piombo residui dalle carni tenere del coniglio. Ho cucinato le carni dell'animale in diversi modi, naturalmente in piccole porzioni ma marinato allo stesso modo per tutte le preparazioni.







Per la marinata:
Vino rosso ricco in tannini;
Cipolla;
Carota;
Sedano;
Pepe nero in grani;
Rosmarino;
Alloro;
Acqua.
Il coniglio è rimasto a marinare per 24 ore…
Per questa ricetta ho preparato un sugo con il quale ho condito spaghettini cotti in brodo vegetale preparato da me in precedenza.
Le dosi sono per tre persone, la quantità è stata adeguata per il condimento.

60 g di coniglio sfilettato;
½ cipolla bianca;
Olio Evo;
1 bicchiere di vodka secca;
Poco brodo vegetale, ½ mestolo circa;
10 bacche di ginepro;
Prezzemolo abbondante;
Sale e pepe nero q.b.

Come il solito ho utilizzato una cottura veloce per la natura stessa della preparazione, 7-8 minuti di fuoco. Soffritta la cipolla, ho aggiunto le bacche di ginepro e il coniglio. Ho sfumato con la vodka. Ho salato e speziato. Ho aggiunto il brodo e il prezzemolo. Ho continuato la cottura per altri due minuti e versato gli spaghettini in padella per la mantecatura.
Potrei dire di aver terminato qui il piatto, ma la delicatezza e la tendenza dolce mi lasciavano perplesso e non del tutto soddisfatto. Ho voluto provare una piccola quantità di sugo con altrettanta di formaggio pecorino al pistacchio, un prodotto caseario a pasta morbida che ha donato il contrasto sapido da me tanto amato. In padella stessa ho aggiunto 50 g di pecorino e continuato la mantecatura fino alla completa fusione. Risultato eccellente, provare per credere.

lunedì 1 novembre 2010

Uovo in fonduta


 Mi ricordo quando mia madre preparava l'uovo fritto con una discreta quantità di formaggio a pasta filata che faceva completamente sciogliere chiudendo la padella con un coperchio per un minuto circa. Per me era una festa… Adoravo l'uovo e il formaggio ancor di più. 
Ho voluto presentare il classico uovo in una versione più elaborata.

 



Dosi per una porzione:

 
Uovo
30 g di formaggio a pasta filata.
10 g di pepato fresco
10 cl di latte
Qualche fungo "champignon"
Tre fette di pane fritto in olio evo (extra vergine d'oliva).
Rosmarino
Gocce di tartufo (olio aromatizzato al tartufo nero di tipo Scorzone).
Semi di papavero
Sale q.b.

 
Per iniziare la non semplicissima preparazione ho fritto i miei crostoni di pane per un minuto circa in abbondante olio caldo e appena tolto dal fuoco, ho cosparso con il rosmarino.
Ho provveduto a preparare la fonduta, tagliando prima i formaggi in piccoli pezzi mettendoli nel latte a freddo e portando tutto a calore su fuoco basso. Quando il calore è arrivato a un livello troppo elevato, ho continuato a rimestare energicamente i formaggi lontano dal fuoco ripetendo il procedimento fino a totale fusione dello stesso. Ho ottenuto così una crema né troppo liquida, né troppo densa e filante al punto giusto, nella quale ho aggiunto i funghi in piccoli pezzetti precedentemente cotti. Ho riempito la tazza da consommé con la fonduta mettendola da parte in attesa del completamento.
In questa mia preparazione ho voluto cuocere a bagnomaria l'uovo, costretto in una piccola formina di metallo a sua volta posta dentro un tegamino con qualche millimetro di acqua e chiudendo l'apertura della forma cilindrica appoggiando un foglio di alluminio. Per capire la struttura degli strumenti adoperati, l'esempio più plausibile è la matrioska russa. L'uovo dentro la formina cilindrica di metallo con una base estraibile dello stesso materiale, un piccolo foglio di alluminio per chiudere la parte superiore, tutto posto dentro un tegamino con uno o due millimetri di acqua, e il tegamino dentro una pentola un po' più grande con l'acqua in ebollizione. Mi serviva una temperatura di cottura molto delicata per mantenere l'uovo morbido. Direi che l'esperimento è riuscito alla grande. L'idea mi è venuta da un professore di chimica degli alimenti e che si diletta in cucina, il quale ha proposto di cuocere un uovo alla coque alla temperatura di circa 60°C per circa un'ora garantendo un risultato eccellente. Non avendo lo strumento per controllare o mantenere la temperatura consigliata ho scelto la cottura soft della nonna, bagnomaria, arrivando al risultato voluto. La cottura dell'uovo l'ho prolungata fino alla completa coagulazione esterna dello stesso, e non oltre, per la quale sono stati necessari 10-12 minuti circa. Alla fine ho aggiunto sull'uovo un pizzico di sale.
Ho riscaldato la fonduta in microonde per 30 secondi alla massima potenza, ho estratto l'uovo dal proprio alloggio con delicatezza e l'ho poggiato sulla fonduta. Ho cosparso la superficie con i semi di papavero, una piccola quantità di "Gocce di tartufo" e ho servito con i crostoni.
Questo è voluto essere solo un esperimento, durante il quale ho cambiato alcuni parametri tradizionali, spinto dalla voglia di ricercare una soluzione alternativa alla classicità della preparazione. Esperimento riuscitissimo a detta dei commensali, ma da ripetere una tantum visto il tempo impiegato.