La nostra attività

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sabato 29 gennaio 2011

Considerazioni sull’alimentazione macrobiotica


Intorno agli anni '80, l'incidenza delle malattie del ricambio, quali obesità, diabete mellito, arteriosclerosi, ipercolesterolemia, stipsi, diverticolosi, cancro del colon-retto e disturbi cardiovascolari, aumenta visibilmente rispetto a tempi precedenti. Le "malattie dell'uomo moderno" si generano in parallelo al cambiamento degli stili di vita nei Paesi a sviluppo avanzato, in contrapposizione alle statistiche registrate nei Paesi poveri che vedono un pressoché invariato mutamento. Il consumo eccessivo di alimenti proteici e lipidici di origine animale e l'allontanamento dalla propria dieta di quelli vegetali allargano la piaga della società moderna.
In effetti, nel corso della storia, le tendenze alimentari seguono le situazioni sociali, economiche, le mode, e ci pare di intuire, anche grazie alle poche testimonianze mediche pervenuteci, che i malanni dell'era moderna non siano esclusivi dell'ultimo secolo.
Quello che avviene nel basso medioevo, in Europa, è una sostanziale mutazione delle pietanze presentate in tavola in associazione al decentramento del potere temporale succeduto alle popolazioni dell'Europa del centro-nord, come le popolazioni germaniche. Predilezione verso le carni supportata da un progressivo allontanamento degli alimenti di origine vegetale, stabiliscono un regime alimentare esageratamente ricco di proteine e grassi animali che si persegue fino all'alto-medioevo, soprattutto tra le genti più abbienti. In quest'ultimo periodo vi è un ritorno d'attenzione verso gli alimenti quali grano, vino e olio che furono e sono tuttora l'ossatura del modello alimentare di tipo mediterraneo. Questa, che non si può esclusivamente definire modello alimentare ma comprende l'insieme delle abitudini di vita, è il regime dell'età dell'oro, quando greci e latini governavano e imponevano con il proprio esempio "regole sane" per un miglior stile di vita.[...]

 
In una società, dove la conoscenza e il consumo si limitano a 30 specie vegetali, è opportuno ritornare ad una concezione di sacralità della cura della terra e questo è un pensiero comune a quanti credono che l'alimentazione sia una forma di prevenzione e mantenimento della salute.


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Associazione Culturale Libero Gusto



martedì 25 gennaio 2011

Associazione Culturale no-profit Libero Gusto


"E dobbiamo girare, guardare, avere cura del patrimonio di questa nostra terra, perché se non avremo cura noi della nostra terra, chi mai ne avrà in vece nostra? E chi avrà mai cura di noi che siamo incuranti delle nostre stesse cose?"
                                             "Loris Jacopo Bonomi"

L'Associazione culturale no profit "Libero gusto" nasce proprio dall'idea espressa in questa citazione altamente significativa. La nostra terra, la Sicilia, ricca di risorse e di cultura, necessita di una migliore conoscenza che venga estesa a tutti. Il patrimonio culturale comprende tradizioni enogastronomiche delle quali vantiamo prodotti e tecniche cantate in poemi vecchi di 2400 anni.
Quando si parla di "enogastronomia" non ci si riferisce esclusivamente al cibo o alla bevanda, ma come ben sappiamo tale espressione comprende: storia, arte, scienza e pratiche varie.
I principali scopi che l'Associazione si prefigge di raggiungere sono proprio quelli di diffondere ed ampliare la conoscenza della cultura enogastronomica in tutta la sua completezza, con particolare riguardo verso gli alimenti e la nutrizione, attraverso materiale informativo, relazioni su seminari e convegni. Tra i nostri obiettivi,rientra l'istituzione di una biblioteca specializzata e l'organizzazione di servizi a carattere di solidarietà sociale. Ci proponiamo, inoltre, come luogo d'incontro,di aggregazione e di indirizzo di quanti vogliano intraprendere studi nel settore (diplomi di scuole secondarie di secondo grado, università, corsi professionali e di perfezionamento extrascolastici). Organizzare percorsi storico-geografici mediante la presentazione di Prodotti Agro-alimentari Tradizionali (P.A.T.) del territorio. Valorizzare la dieta Mediterranea, promossa dall'UNESCO, come patrimonio culturale immateriale dell'umanità e trasmettere la cultura enogastronomia come valore professionale, sociale e artistico in ambito didattico.
La Sicilia di Verga, Pirandello e Sciacca si trasforma e si proietta nel futuro, ma noi siamo convinti che proprio quest'ultimo, per avere delle basi solide e migliori, debba necessariamente ricorrere al passato.

Per ulteriori delucidazioni si rimanda al sito dell'Associazione Culturale no-profit Libero Gusto.

 
Ad Maiora                                                                                                                                Il Presidente
                                                                                                                                                     Ivan Vinci

sabato 1 gennaio 2011

Alla mensa di Gesù



I cibi e le bevande sono indissolubilmente legati all'uomo, un legame forte che affonda le proprie radici nella storia più antica del mondo e di tutti i suoi abitanti. Evolvono da mezzo di sostentamento, assumendo nel tempo un ruolo sempre più importante tra i popoli. Osserviamo troppo spesso l'evoluzione della cucina, quella moderna, tanto da dimenticare che quello che noi conosciamo deriva da una tradizione di millenni, senza esagerazione.
Facendo passi in dietro nella storia si svela l'evoluzione e lo scambio culturale, che avviene ogni qual volta si attraversi una frontiera, è una delle fondamentali basi per l'arricchimento individuale e sociale. Il cibo è l'oggetto con il quale ci si imbatte più spesso e diventa soggetto di tutti i tempi.


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